Piazza Castello è una tra le più importanti e grandi piazze storiche del centro di Reggio, prende il suo nome dal Castello aragonese che è contenuto dentro il suo perimetro. È dotata di ampie aree verdi e per la socializzazione. All'interno della piazza sorgono anche l’edificio che ospita la scuola elementare Principe di Piemonte e lo storico edificio del Tribunale. La piazza si trova nella parte alta del centro cittadino tra la via Aschenez e la biforcazione tra le vie Marvasi e Possidonea. Nella piazza spesso si svolgono vari eventi come spettacoli, mostre, piccoli mercati di prodotti agroalimentari tipici o di antiquariato.
Il Castello Aragonese è considerato, insieme ai Bronzi di Riace, uno dei simboli della città e racchiude secoli di storia. La sua costruzione sembra risalire al 536 d.C. Nel 1039 il castello passò dai Greci ai Normanni e in seguito, nel 1266 a Carlo d'Angiò. Venne restaurato nel 1327 dopo le ripetute guerre tra Angioini ed Aragonesi e fu fortificato nel 1381 dalla Regina Giovanna I. Nel 1458 Ferdinando I d’Aragona fece costruire le due torri merlate ed un fosso tutt’ intorno. I lavori furono diretti inizialmente da Baccio Pontelli, noto architetto e discepolo di Giorgio Martini. Nel 1539 Pietro da Toledo fece aumentare la capienza interna e fu così che vi si poterono rifugiare quasi mille persone. Questo salvò più volte i reggini dalle invasioni dei Turchi durante le quali il castello fu usato come prigione.
Nel 1860, la città e il castello vengono espugnati da Giuseppe Garibaldi, quindi con l'unità d'Italia e il nuovo piano regolatore della città (redatto nel 1869), il bastione venne considerato un "corpo estraneo" nel nuovo assetto urbanistico, volendo al suo posto ricavare una grande piazza. Ciò fece scoppiare delle diatribe tra chi voleva demolire il castello per fare scomparire l'ultima testimonianza del dominio spagnolo e chi voleva impedirne la demolizione perché monumento storico di antiche ed importanti memorie cittadine. All'idea del Comune di Reggio - che nel 1874 lo acquistò dal Governo per demolirlo - si oppose l'allora ministro della Pubblica Istruzione, affermando che il castello era un monumento archeologico.
Nel 1892 la Commissione provinciale dei beni archeologici decretò una parziale demolizione del castello ma con la conservazione delle due torri poiché "Monumento storico della città", e cinque anni dopo (nel 1897) il castello venne dichiarato monumento nazionale.
Nei primi anni del '900 fu utilizzato da una brigata di artiglieria. Il terremoto del 1908 danneggiò i locali più antichi lasciando però illese le due torri; il danneggiamento, se pur minimo, della struttura fece sì che un decreto legge del Genio Civile del 1917 indicasse le modalità di demolizione, ma nello stesso anno il castello fu risparmiato poiché adibito a caserma.
Probabilmente l'odio politico dei reggini verso ciò che aveva rappresentato negli ultimi anni, fece prevalere la decisione di abbattere il castello aragonese, che pur avendo resistito ai terremoti e ai decreti di demolizione, fu deliberatamente mutilato della sua parte più antica, anche in nome di una struttura urbanistica più razionale. La fortezza fu infatti in parte demolita per congiungere la via Aschenez alla via Cimino, secondo le indicazioni del piano regolatore redatto malvolentieri da Pietro De Nava, su consiglio dell'amministrazione. Vennero quindi demoliti i 9/10 della sua struttura in diverse occasioni, ma fu mantenuta la parte più significativa del bastione: quella con le due torri aragonesi, che ancora oggi si ergono maestose al centro della piazza.
La Chiesa degli Ottimati (o chiesa di Santa Maria Annunziata) di datazione bizantina, si trova a Reggio Calabria, nei pressi di Piazza Castello. Edificata intorno al X secolo, prese il nome dall'antica cripta degli Ottimati che fu realizzata come struttura d'appoggio per la chiesa d'epoca normanna del XII secolo dedicata a San Gregorio Magno. Affidata alla congrega degli Ottimati e dedicata a Santa Maria Annunziata, dal 1964 è retta dall'adiacente collegio dei Gesuiti. Secondo una planimetria conservata presso la Soprintendenza Archeologica della Calabria, l'edificio originale presentava forti analogie con le altre chiese bizantine della Calabria, per questo si può ipotizzare che la Chiesa degli Ottimati sia nata bizantina e databile al X secolo.
La chiesa originaria aveva una pianta quadrangolare, tre absidi orientate nascoste esternamente da un muro rettilineo; le tre navate erano coperte da cinque cupolette secondo un modello bizantino applicato nella regione in edifici tutti databili tra la fine del X secolo e l'XI secolo, tra cui la Cattolica di Stilo, San Marco di Rossano e San Giorgio di Pietra Cappa presso San Luca. In età normanna, probabilmente all'epoca di Ruggero II, al di sopra della chiesa ne venne realizzata una seconda intitolata a San Gregorio Magno, sostituendo la copertura a cupolette con volte a crociera. Durante l'incursione saracena del 3 settembre 1594 la Chiesa degli Ottimati venne danneggiata e incendiata.
Gli ottimati furono una congregazione di nobili fondata dai Normanni. Nel tempio infatti sono custoditi gli stemmi in marmo delle famiglie dei nobili reggini, tra i quali Filocamo, Griso, Altavilla e Borboni. Dopo la distruzione saracena dell'antico quadro de "l'Annunciazione", la Congregazione degli Ottimati commissionò una nuova pala dell'altare ad un giovane Agostino Ciampelli e nel dicembre 1597 arrivò il novo quadro da Roma della SS. Vergine Annunciata, opera di grande valore artistico. Abbandonata nel 1767 in seguito alla soppressione dell'Ordine dei Gesuiti, nel 1780 la chiesa ricevette la protezione di Ferdinando I di Borbone. Dopo essere stata profondamente danneggiata dai terremoti del 1783 e del 1908 la chiesa fu ricostruita nella prima metà del Novecento. Nel 1916 fu quindi smontata e spostata per le nuove esigenze della ricostruzione della città a seguito del terremoto del 1908. La ricostruzione dell'attuale chiesa si è conclusa nel 1933 sotto la supervisione della scuola del Beato Angelico di Milano, sul progetto dell'architetto Pompilio Seno del 1927, che adottò il preesistente impianto di tipo bizantino della Cappella degli Ottimati. Anche il nuovo tempio di stile arabo-normanno è a tre navate. Le volte sono a crociera, sorrette al centro da colonne. Alcune tessere dello splendido pavimento a mosaico e le colonne mancanti sono stati integrati con l'inserimento di pezzi molto simili provenienti dalla basilica normanna di Santa Maria di Terreti, andata completamente distrutta.